L’intolleranza al lattosio in breve

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Diffusione dell’intolleranza al lattosio

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’intolleranza al lattosio è la principale intolleranza alimentare, tanto che secondo i dati EFSA 2010 interessa addirittura il 50% della popolazione. Tuttavia, spesso, quest’intolleranza viene sminuita e coloro che ne soffrono vengono bollati come una nicchia di consumatori, a cui non vale la pena di dedicare troppa attenzione.

Fortunatamente, però, non è sempre così: nel 2013 è nata infatti AILI, l’Associazione Italiana Latto-Intolleranti, fondata e attualmente presieduta dalla Dott.ssa Maria Sole Facioni, che – attraverso il sito web dell’Associazione e i suoi canali social – si pone come obiettivo quello di divulgare la corretta conoscenza dell’intolleranza al lattosio basandosi su evidenze scientifiche, sensibilizzando la popolazione verso questa reale esigenza alimentare in modo da permettere agli intolleranti di vivere serenamente la propria vita, senza sentirsi diversi.

Perché si verifica l’intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio, come si diceva, non è una scelta: dipende infatti dalla mancanza o carenza dell’enzima lattasi, il quale è in grado di scindere lo zucchero lattosio in altri due zuccheri più facilmente assimilabili dall’organismo: il glucosio e il galattosio.

Se non si ha l’enzima lattasi, o è carente, il lattosio viene solitamente mal digerito e dà luogo a sintomi dell’intolleranza, quali dolori e crampi addominali, ma anche diarrea, meteorismo, ecc…

Come si può scoprire se si è intolleranti al lattosio

Il modo migliore per scoprire se si soffre di intolleranza al lattosio è attraverso il breath test, che si può fare in ospedale o in centri specializzati. Attraverso la misurazione dell’idrogeno che il paziente espira è infatti possibile valutare la presenza o meno della lattasi e la conseguente capacità di digerire o meno il lattosio.

Cosa fare se si soffre di intolleranza al lattosio

Il primo consiglio, per gli intolleranti, è di eliminare il latte e i suoi derivati dall’alimentazione. Tra l’altro, in molti casi tale intolleranza può scomparire con il tempo. Pertanto, tale eliminazione può durare anche solo per un periodo di tempo limitato.

Se siete interessati a conoscere i tre tipi di intolleranza al lattosio esistenti, vi consigliamo la lettura dell’intervista a Sara De Nicolo – sui social Sara senza lattosio – che ci ha spiegato la differenza fra intolleranza genetica, acquisita e congenita.

Un libro per gli intolleranti: I dolci di Sara senza lattosio

Copertina "I dolci di Sara senza lattosio" di Sara De Nicolo

Nei casi più fortunati, quindi, basterà trovare delle valide alternative alimentari, per poi tornare a consumare i prodotti a base di latte non appena l’intolleranza sarà passata. Per rendere più piacevole questo periodo, spesso particolarmente duro soprattutto per gli amanti dei dolci, vi consigliamo il libro di Sara De Nicolo: I dolci di Sara senza lattosio, in cui l’autrice dà ben 56 sfiziose ricette per non rinunciare ai dolci perché “senza lattosio non dev’essere sinonimo di dolci tristi! “

Oltre al libro di Sara, vi consigliamo di seguire i profili di AILI e di scaricare l’app da loro creata, App Senza Lattosio creata appositamente per guidare gli intolleranti al lattosio nella spesa e nei dubbi quotidiani relativi alla loro intolleranza.