Quante volte ci siamo detti che è necessario cambiare? E quanto spesso questo è avvenuto proprio a inizio anno, il tempo dei buoni propositi?
In quest’articolo vi vogliamo parlare di cambiamento e del perché sia così difficile attuarlo. Infine, vi daremo alcune tecniche per cambiare sul serio, estrapolate dal libro La teoria della personalità di Roberto Albanesi.
La propensione al cambiamento: percezione del danno e gravità
Innanzi tutto, occorre dire che non tutti sono egualmente predisposti al cambiamento. Come scrive Roberto Albanesi “La propensione a cambiare è un fattore continuo. C’è o non c’è”, quindi non tutti hanno la stessa propensione a migliorarsi ed eliminare i propri difetti.
Perché ci sia il desiderio di cambiare è necessario che il soggetto comprenda che perseguire nello stesso comportamento gli arreca danno, secondariamente, che questo danno non è da poco, ma peggiora considerevolmente la sua vita. Delle due cose, la prima è più facile della seconda. Mentre capita di frequente di percepire un comportamento come dannoso, è più difficile che lo si percepisca come “tanto dannoso” da rendere inevitabile un cambiamento. Dal momento che cambiare richiede una certa dose di sforzo e impegno personale, è necessario avere una grande motivazione. Per questo, qui di seguito elenchiamo tre diverse strategie, elaborate da Roberto Albanesi, per facilitare il cambiamento:
Strategia per cambiare 1: la quantificazione del danno
Un elemento che può motivare al cambiamento è cercare di quantificare il danno causato da un atteggiamento, in modo da comprenderne appieno la gravità e dunque motivare altri o noi stessi a un cambiamento positivo. Far realizzare, ad esempio, a un giocatore d’azzardo che ha perso 400 euro in un mese è un’ardua impresa, ma fa parte del lavoro di quantificazione del danno di cui parlavamo, funzionale a interiorizzare appieno la problematicità della situazione e la necessità di rivoluzionare il proprio comportamento.
Strategia per cambiare 2: l’esperienza condivisa
Un’altra strategia utile per cambiare sé stessi o gli altri consiste nel confrontarsi con le esperienze altrui. Si prendano ad esempio i gruppi di sostegno, dove è grazie alla condivisione delle esperienze che si realizza il bisogno di cambiare.
Strategia per cambiare 3: l’antidoto
Quando le tecniche dell’esperienza e della quantificazione non hanno successo, si può ricorrere a un’altra strategia definita da Roberto Albanesi “l’antidoto”, che si basa sull’idea di mostrare il vantaggio che porterebbe un cambiamento. Infatti, quando non ci si rende conto della gravità del proprio atteggiamento, riconoscere che una situazione diversa porterebbe dei vantaggi è spesso l’unica arma per incentivare al cambiamento.
Un libro per approfondire: Il test della personalità
Oltre alle tecniche riassunte, Roberto Albanesi dà molti ulteriori consigli per cambiare. Per conoscerli, non vi resta che fare il test di Albanesi, che trovate gratuitamente QUI, scoprire quali siano le vostre personalità critiche e leggere le “ricette segrete” per rimuoverle in La teoria della personalità.
L’autore: Roberto Albanesi
Laureato in Ingegneria Elettronica e noto divulgatore scientifico, ha sempre considerato la ricerca scientifica come strumento fondamentale per il progresso dell’individuo. Attivo da oltre venti anni, il suo sito – albanesi.it – si è sempre occupato dei fattori che concorrono a migliorare la qualità della vita. Nel 2022 il sito è diventato un network di nove siti verticali dedicato alle tematiche più importanti (salute, alimentazione, sport e attività fisica, tempo libero ecc.). Fra questi particolare importanza riveste psicologia-e-benessere.it, dove il lettore potrà approfondire i concetti espressi in La teoria della personalità.