Carmelo Massimo Torre: crescere i bambini con la musica

Copertina intervista Carmelo Massimo Torre

In occasione dell’uscita del nostro libro Esseri musicali, che trovate QUI, abbiamo posto alcune domande al suo autore, Carmelo Massimo Torre, per conoscerlo meglio e scoprire come si sia avvicinato all’insegnamento della musica ai bambini e perché sia così importante crescerli “in musica”.

Da 40 anni si occupa di educare i bambini alla musica. Da dove è scaturita la sua passione per la musica e l’infanzia?

Mi sono appassionato alla musica fin dalla più tenera età. Mio padre era appassionato di fisarmonica e la suonava spesso in casa. Così, a sette anni, ho iniziato a studiare questo strumento. Avevo grandi aspettative ma mi scontrai ben presto con una didattica sterile, fatta di teoria ed esercizi poco accattivanti. Nonostante ciò, guidato dal grande amore per la musica, continuai il mio percorso affiancando alla fisarmonica lo studio del pianoforte, nel quale mi sono poi diplomato in conservatorio.


A ridosso del diploma iniziai anch’io a dare le prime lezioni di strumento e mi resi conto velocemente che mi mancavano gli strumenti pedagogici per dare un valido supporto ai miei studenti. È iniziata così una profonda ricerca pedagogica, che mi ha portato a sondare diversi terreni, sia sul piano artistico, affrontando repertori extra accademici nel mondo del pop, del jazz e della musica etnica; sia sul piano psico-pedagogico, studiando musico-terapia e pedagogia musicale.

Come sarebbe più giusto, secondo lei, avvicinare i bambini alla musica?

Sento che è importante esortare le famiglie e le istituzioni a offrire, fin dall’infanzia, un avvicinamento alla musica il più naturale possibile.

I bambini in potenza ci superano, sono cioè già oltre il nostro sapere per la loro possibilità di crescita. Pertanto, siamo tenuti a trattare il bambino che ci è di fronte col massimo rispetto e ciò si traduce in un costante tentativo di migliorare noi stessi, nel nostro essere umano e artistico. Rosmini diceva che per fare un grande uomo ci vuole un grande uomo. L’amore e la competenza che il docente esprime verso la materia che insegna sono contagiosi e già questo è il primo punto pedagogico.


Poi, naturalmente, è necessario incontrare il bambino nel suo territorio: il gioco.
La musica, con i suoi elementi costitutivi fatti di suono e ritmo, può offrire una varietà infinita di materiale per giocare. E poi il canto! Non si canta mai abbastanza con i bambini. Il canto esprime gioia e appartenenza (ogni popolo ha il suo inno). Avere familiarità con il canto è, poi, una via sicura per poi intraprendere lo studio di uno strumento, attraverso un percorso più complesso e articolato.

Quali tecniche è meglio usare per un primissimo approccio alla musica in casa?

Il consiglio che mi sento di dare è sempre quello di offrire al bambino la più grande varietà di esperienze musicali in famiglia. L’esempio, prima di tutto! Quindi, ascoltate insieme al bambino musica di diverso genere, a partire da quella che vi appassiona, perché sarà veicolata da una carica emotiva che gli arriverà con più forza.

Poi, sperimentate anche dei generi che ascoltate meno. Il repertorio sinfonico, per esempio, è molto amato dai bambini perché è ricco di timbri diversissimi, ma anche la musica popolare e corale, il pop e il jazz. Insomma, sbizzarritevi, e ampliate l’offerta musicale dei media.


Questa pratica gli darà delle esperienze musicali così varie da stimolare la sua curiosità, poi sarà lui stesso a chiedere di poter studiare un certo strumento che sente vicino alla sua sensibilità. A quel punto ogni scelta sarà valida.

Naturalmente cercate una scuola che sia strutturata per un percorso pedagogico adeguato all’infanzia.

Sappiamo che ha lavorato anche con persone in situazioni di disagio. Cosa può dirci di queste esperienze?

Sì ho avuto una lunga esperienza con bambini, ragazzi e adulti in diverse situazioni di disagio. Da ciò, ho imparato il rispetto: quando ti avvicini a un anima che soffre, è necessario trovare un punto di incontro sincero e la musica è un ponte sicuro e neutrale che ci porta all’incontro del cuore.

Ricordo un’occasione in cui feci intervento presso una struttura residenziale di disabili psichici. Appena arrivato, l’accoglienza non fu particolarmente entusiastica da parte degli operatori che mi chiesero se volessi veramente fare musica con i loro ospiti. 
Senza farmi prendere dallo sconforto, iniziai a giocare con una sirena e un flauto a culisse. Il suono giocoso, che evocava effetti da cartone animato, iniziò a incuriosire. Ragazzi e assistenti iniziarono a sorridere, stupiti. Da lì, si instaurò un rapporto di fiducia e scambio.
Una bella avventura.

Un esercizio musicale in regalo: Tubi sonori

Sulla nostra pagina Instagram, vi regaliamo uno degli esercizi contenuti nel libro Esseri Musicali, quello chiamato “Tubi sonori”, che potete eseguire coi vostri bambini seguendo il video QUI. Per farlo, bastano dei tubi da elettricista. Per approfondire ulteriormente l’educazione musicale, vi invitiamo a leggere il libro e seguirci sui nostri canali.

L’intervistato: Carmelo Massimo Torre

Copertina libro "Esseri Musicali"

Ha studiato fisarmonica classica e pianoforte, strumento con il quale si è diplomato presso il conservatorio di Alessandria. Dopo gli studi accademici,ha approfondito tecniche di improvvisazione jazz, linguaggi del tango argentino, direzione corale e musicoterapia.

Appassionatosi al mondo della pedagogia, ha fondato nel 1993 l’Associazione Culturale “Musica Musica, avente per obiettivo la diffusione della musica a tutti i livelli, fin dalla primissima infanzia e il diploma nella pedagogia musicale Willems, con il quale ha attivato corsi di formazione pedagogica dedicati a musicisti professionisti.

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