È dentro la nostra pancia, è un prezioso organo “nascosto”, pesa più del fegato e ha funzioni altrettanto complesse; è indispensabile per la vita e svolge un ruolo fondamentale per la nostra salute, ma è ancora poco conosciuto e considerato. Di cosa stiamo parlando? Del microbiota intestinale, conosciamolo meglio e capiamo perchè è importante prendersi cura di lui!

Senza scendere nei dettagli, possiamo dire che il microbiota è l’insieme dei microrganismi che convivono con il corpo umano senza danneggiarlo.

Negli esseri umani si trovano tra 500 e 10 milioni di specie differenti di questi microrganismi. La maggior parte sono batteri e si trovano disseminati in tutto il corpo, sia sulla pelle che sulle parti interne: quelli presenti nell’intestino formano il cosiddetto microbiota intestinale.

Questa popolazione di batteri vive e convive in equilibrio all’interno dell’intestino di ciascuno di noi. Ma cosa succede quando questo equilibrio si rompe?

Numerosi studi dimostrano che la disbiosi intestinale (ovvero la perdita di questo equilibrio) è strettamente collegata a un vasto numero di disturbi e patologie come problematiche gastrointestinali, malattie infiammatorie, problemi ginecologici, ansia e depressione.

In altre parole, se il nostro microbiota sta bene, è molto probabile che anche noi ne condivideremo la salute: ecco perchè è così importante prendersi cura di lui!

Come fare a ripristinare il microbiota?

Uno degli strumenti che tutti abbiamo a disposizione per correggere la disbiosi intestinale e recuperare la salute è la dieta.

Facciamo subito una precisazione: per dieta non si intende la restrizione calorica, ma lo stile di vita che ciascuno conduce a 360°.

Per risultare efficace e duratura, una dieta deve tener conto di innumerevoli variabili che rendono unica l’alimentazione di ciascun individuo.

Variabili come vita lavorativa, familiare, emotiva e relazionale contribuiscono a creare quella che potremmo definire “un’alimentazione su misura”.

Oltre a considerare questi aspetti, bisogna poi tenere conto delle patologie o dei disturbi di cui si soffre.

A seconda della condizione di partenza è importante seguire un’alimentazione specifica per le proprie condizioni: certi cibi non vanno bene se si soffre ad esempio di diverticolite, mentre altri risultano dannosi per chi soffre di gonfiore intestinale o di stipsi.

prendersi cura del microbiota

Ci sono tuttavia alcuni principi chiave comuni, che possono essere sintetizzati in tre fasi:

Fase 1: eliminazione dei cibi infiammanti.

In questa prima fase vengono eliminati tutti gli alimenti potenzialmente causa di infiammazione. Allo stesso tempo si cerca di riparare la barriera intestinale, introducendo cibi specifici adatti a ridurre la disbiosi e l’infiammazione.

Fase 2: reintroduzione alimentare e rinforzo intestinale.

In questa seconda fase vengono reintrodotti gradualmente i cibi eliminati, a seconda della specifica tollerabilità intestinale. È in questa fase che è possibile individuare la quantità e la tipologia di alimenti più adatti alla dieta di ciascuno.

Fase 3: mantenimento.

È la fase di gestione delle ricadute, frequenti ma che non devono spaventare, poiché molto spesso sono dovute ad altre condizioni concomitanti (es. cambi di stagione, stress ecc.). In questa fase sapersi autogestire e ascoltare il proprio corpo sono aspetti fondamentali.

Il cibo svolge quindi un ruolo fondamentale nel mantenimento della buona salute, nella prevenzione e nel recupero di uno stato di benessere in determinate condizioni patologiche.
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