Non voglio che anche mia figlia finisca in una chat o sul web

Tutti i giornali ne hanno parlato. Lo scandalo delle sexy chat di 60 ragazze modenesi finite sul web ha fatto in poche ore il giro del Paese, suscitando le classiche polemiche. Troppa superficialità nei giovanissimi, poche conoscenze sui rischi e sui pericoli di web e social network, poco controllo da parte dei genitori. Il problema di fondo è in realtà ben più complesso.

Il fenomeno della capillare diffusione di chat e social network, soprattutto tra i giovanissimi, è un dato di fatto. Spesso i genitori cercano di controllare l’uso che i figli fanno di questi strumenti, ma non sempre riescono a stare al passo con la tecnologia. Da qui scattano divieti e proibizioni: non usare Internet se non con la supervisione di un adulto, creare un proprio profilo virtuale per controllare cosa postano i figli, chiedere le password per accedere ai loro account e via dicendo. Ma questi limiti, in un modo o nell’ altro, potranno sempre essere violati o scavalcati.

“Le piscine possono risultare pericolose per i bambini. Per proteggerli, installiamo lucchetti, innalziamo cancelli e mettiamo allarmi. Tutte queste misure sono utili, ma la cosa senza dubbio più importante che uno può fare per suo figlio è insegnargli a nuotare”.

Questa analogia rispecchia molto bene la situazione attuale. Pensare di proteggere i propri figli tenendoli lontani dalle nuove tecnologie non è una strada percorribile. La vera protezione che si può dare loro è piuttosto un’educazione al digitale.

Innanzitutto una conoscenza del web e degli strumenti che esso mette a disposizione (e qui sfatiamo il mito che tutto ciò che si trova su internet sia inutile e dannoso). Dopo la conoscenza viene l’educazione a valutare questi strumenti, a capirne i rischi, i pericoli ma anche le potenzialità. Un ragazzo che conosce i reali rischi e le reali conseguenze di certe azioni sul web, difficilmente andrà a compierle. Un ragazzo che crede di conoscerle facilmente proverà invece a farle, anche solo per dimostrare che non è poi così pericoloso come sembra. Salvo poi ritrovarsi sul web, davanti agli occhi di migliaia di persone, senza sapere come sia successo: come accaduto alle 60 ragazzine di Modena qualche giorno fa.

Per rimanere sempre un passo avanti ai propri figli e aiutarli a muoversi in modo sicuro nel complesso mondo digitale, è disponibile il libro di Bex LewisEducare i figli nell’era digitale”.

Educare i figli nell’era digitale