Alla cena della Vigilia o il giorno di Natale, si usa spesso mettere in tavola l’ormai classica insalata russa. Ma quanti di voi ne conoscono la storia? Ce la racconta Daniela Garavini, autrice di “50 ricette con una storia“.
In Russia la chiamano insalata italiana e in Francia insalata piemontese. La storia dell’insalata russa è piuttosto complicata, ma nella cucina italiana della seconda metà dell’Ottocento si è diffuso un piatto con questo nome, riportato anche dall’Artusi.
Le versioni sul perché del suo nome sono differenti.
Secondo alcuni, all’origine del piatto ci sarebbe uno chef belga, Lucien Olivier, che alla fine dell’Ottocento lavorava al ristorante dell’Hermitage a San Pietroburgo e che avrebbe inventato un’insalata condita con panna e maionese, una salsa ancora poco nota in quel paese. L’insalata di Olivier era però a base di carni fredde, un po’ diversa quindi da come la conosciamo.
Secondo altri, il nome non sarebbe altro che una storpiatura di un’insalata “rusa” alla piemontese, ovvero un’insalata rossa, fatta con la barbabietola. Ma c’è anche l’ipotesi che alla corte dei Savoia, durante una visita di qualche familiare dello zar, fosse stata servita in loro onore un’insalata con gli alimenti tipici russi: patate, barbabietole, cetriolini, con aggiunta di piselli, carote e altre verdure, sempre condite con la maionese.
C’è anche un’ipotesi polacca, questa assai più antica (XVI secolo) che la farebbe risalire a Bona Sforza, figlia del duca di Milano e andata sposa a Sigismondo I re di Polonia. Questa avrebbe portato alla corte polacca anche i suoi cuochi che preparavano per lei un piatto freddo di verdure miste, che successivamente fu condito con la maionese.
Infine, c’è anche chi sostiene che tale insalata si chiami così perché nata in Liguria, nell’ambiente dei nobili russi emigrati lì dopo la rivoluzione del 1917.
Se le versioni sull’origine del nome di questo piatto sono piuttosto numerose, anche la ricetta è soggetta a molteplici varianti; rimane un punto fermo: che si tratta di un’insalata fredda di verdure cotte e sottaceti, condita con la maionese. Poi ci si possono aggiungere, uova sode, tonno, acciughe…
A questo punto vanno dette due parole sulla salsa, il cui nome non deriva da quello di un nobile francese come verrebbe da pensare, ma da quello di Port Mahon, sull’isola di Minorca nelle Baleari, e che avrebbe anche un anno di nascita. Infatti, si racconta che, durante la guerra dei sette anni tra Francia e Inghilterra, la flotta francese sconfisse a Mahon nel 1756 la Royal Navy inglese, stabilendo quindi il dominio francese sulle isole Baleari e di conseguenza il controllo sul Mediterraneo occidentale.
È in questo contesto che il cuoco militare dell’ammiraglio francese Armand de la Porte, duca di Richelieu, si trovò a dover preparare una salsa avendo a disposizione solo qualche uovo, un po’ d’olio e del limone. Gli venne fuori quella che in onore del luogo in cui si trovavano e della vittoria ottenuta fu battezzata maionese. Piacque a sufficienza allora sia la salsa sia il nome, se sono rimasti più o meno invariati fino a noi.
Volete conoscere le storie di altri famosi piatti italiani come bagnacauda, caprese, farinata o tiramisù? Le trovate tutte nel libro di Daniela Garavini “50 ricette con una storia“, disponibile in versione cartacea e digitale.