Monica Maria Cavallo è istruttrice senior di mindfulness, trainer dei Protocolli MBSR e MB-EAT, e co-fondatrice nel 2009 di Manage your life, società di formazione, consulenza, counseling e coaching orientata allo sviluppo della persona e delle organizzazioni. Il suo ultimo libro si intitola Dall’attenzione alla compassione. Il contributo della mindfulness per una trasformazione etica ed estetica delle vite e degli ambienti di lavoro.
Da anni ormai è istruttrice senior e trainer di mindfulness. Dove si inserisce questo libro nel suo percorso di vita e professionale?
C’è sempre un momento – o più momenti – nel corso degli anni in cui ci si ferma a riflettere sulla strada percorsa e su quella ancora da percorrere. La scrittura di un libro è per me uno di quei momenti. Questo, in particolare, si inserisce in un tempo del mio percorso di vita e ricerca, che possiede quella particolare propensione a guardare con maggiore chiarezza e saggezza alle cose del mondo.
In questi molti anni ho toccato con mano quanto sia facile soffrire e far soffrire, e come professione ho dedicato il mio lavoro a provare ad indicare possibilità diverse alle persone che a me si sono rivolte, e la mindfulness è stata di aiuto sia a me che a molti altri.
Oggi posso testimoniare, e ho voluto farlo anche attraverso questo piccolo libro, quanto la coltivazione di una consapevolezza mindful possa essere una strada maestra per migliorare la qualità del proprio vivere e della relazione con sé e con gli altri.
Questo piccolo libro si accompagna ad una maturità personale e professionale e provo, anche attraverso la sua scrittura, ad indicare a chi mi leggerà l’esistenza di “un’altra possibilità” di vita e lavoro; una modalità più saggia, inclusiva, etica, socialmente sostenibile. In altre parole: consapevole.
Come autrice ha toccato diversi aspetti della mindfulness, indagando la letteratura scientifica e applicandone gli insegnamenti ai rapporti famigliari. Come si differenzia Dall’attenzione alla compassione dagli altri libri sul tema e a chi si rivolge?
Mente cervello e respiro è nato nel 2013 e ancora non si parlava di mindfulness ma già del respiro se ne conoscevano i benefici, pur associandolo ancora a pratiche in attesa di un riconoscimento più “scientifico”, cosa di cui noi occidentali sentiamo il bisogno; e la seconda edizione del 2021 ha potuto così arricchirsi di altre evidenze e di ricerche pratiche connesse al respiro nella mindfulness nonché di testimonianze che hanno voluto raccontare ai lettori e alle lettrici i benefici della pratica del respiro consapevole. Contiene tante informazioni utili da conoscere e piace molto, mi dicono i lettori che hanno bisogno anche di capire i diversi funzionamenti del nostro sistema mente corpo e i diversi processi che ci riguardano.
Ma sono così tanti gli aspetti della consapevolezza mindful che in quel primo libro non si potevano raccontare tutti, così ho voluto continuare a raccontare della mindfulness e della consapevolezza in queste nuove pagine, toccando aspetti che non erano stati trattati nei primi libri: l’importanza dell’attenzione, della presenza mentale e il tema della sofferenza. E, soprattutto, indicando nella mindfulness una strada per essere e partecipare ad una pratica di lavoro – oltre che di vita – più soddisfacente.
Le persone e soprattutto le organizzazioni, associano infatti la mindfulness al famoso protocollo per la riduzione dello stress (MBSR), limitando così la conoscenza del potenziale della mindfulness. C’è davvero molto altro che la consapevolezza mindful può portare anche negli ambienti di lavoro!
Nelle pagine del mio piccolo libro ho riportato solo alcune delle testimonianze raccolte in questi lunghi anni del mio insegnare la mindfulness nelle aziende, e raccontano di come una maggiore attenzione non produca solo “meno errori” nei processi di lavoro, ma come stimoli in chi la pratica un cambiamento capace di migliorare anche le relazioni con colleghi e capi, contribuendo a diminuire le conflittualità, le reattività, le resistenze ai cambiamenti, e a coltivare menti più creative.
È un libro semplice che spiega un po’, in poche pagine, del nostro funzionamento e racconta esperienze reali; è una lettura scorrevole che prova a descrivere i benefici della pratica della mindfulness raccontando anche, ancora una volta attraverso le testimonianze, come questi benefici possano manifestarsi.
In questa scrittura ho provato a rivolgermi a chi è in ricerca, a quel pubblico di donne e uomini che ha a cuore il proprio benessere personale e relazionale, sia nella vita privata che nell’ambiente lavorativo. Ai professionisti diversi e a chi ha la responsabilità degli ambienti di lavoro.
Il libro Imparare a costruire i rapporti, che sta nel mezzo tra i due, Mente cervello e respiro e Dall’attenzione alla compassione, tratta del tema delle relazioni e di come si possono esplorare queste dinamiche attraverso uno strumento particolare, che ormai molti conoscono, quello delle costellazioni familiari secondo Bert Hellinger. E anche qui, la consapevolezza mindful, e tutto ciò che la pratica insegna, diventano fondamentali per chi volesse diventare facilitatore di questo bellissimo processo esplorativo, ma anche per chi volesse davvero trasformare sofferenze e dolori provenienti dalla propria storia. Lo strumento delle costellazioni e gli insegnamenti di Bert Hellinger sono una guida preziosa, tuttavia, senza consapevolezza, quella profonda, quella che la mindfulness ci insegna a coltivare, non ci può essere un reale cambiamento, non ci può essere una reale fine della sofferenza.
Uno dei capitoli si intitola “Perché soffriamo?”. La mindfulness, oltre a migliorare l’equilibrio psico-fisico, può essere un punto di partenza per il benessere della persona?
La mindfulness offre una grande opportunità per raggiungere un migliore equilibrio e benessere; infatti il Mindfulness Based Stress Reduction – la prima applicazione in occidente, strutturata in un protocollo sperimentato e messo a punto da Jon Kabat-Zinn – è stata ispirata dalle pratiche contemplative buddhiste e proposta per alleviare sofferenze psico-fisiche.
Il Buddha dedicò la sua vita proprio a scoprire l’origine della sofferenza, e per offrire alle donne e agli uomini una strada per uscirne. Il Buddha identificò tre cause fondamentali della sofferenza: attaccamento, avversione e visione errata, processi mentali che se non compresi conducono alla sofferenza.
Non solo il Buddha, ma anche Epitteto lo suggeriva “Ciò che turba gli uomini non sono le cose ma i giudizi che essi formulano sulle cose” e così anche Marco Aurelio, che suggeriva “la felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri”. Dunque la centralità della mente e dei suoi pensieri è da sempre riconosciuta come fondamentale per vivere e stare bene. La meditazione, la mindfulness, rappresenta una pratica di auto-conoscenza, e di investigazione continua della realtà interiore ed esteriore per arrivare ad eliminare la sofferenza attraverso un progressivo cammino di consapevolezza.
“Attenzione” e “Compassione” sono i concetti cardine del libro. Come possono entrare in relazione tra loro nel nostro quotidiano in maniera fruttuosa?
Il nostro tempo soffre senza ombra di dubbio di troppi stimoli, e la nostra attenzione si trova a doversi muovere in più direzioni, continuamente, sovraccaricandosi e alimentando, come conseguenza, la condizione opposta, quella della distrazione.
Ci siamo abituati a saltare da una cosa all’altra e, necessariamente, a offrire una attenzione più sbrigativa e superficiale, perdendo così la capacità di prestare una attenzione sostenuta e di qualità. Sappiamo infatti che il processo del conoscere, comprendere, studiare, ascoltare, approfondire, anche amare, richiede di saper prestare una attenzione prolungata e di qualità. Ogni cosa a cui noi prestiamo davvero attenzione, una attenzione aperta – non giudicante – non frettolosa, diventa oggetto di conoscenza e così, più profondamente, arrivi a conoscere qualcosa o qualcuno.
L’attenzione è fondamentale nel nutrire anche l’ascolto, processo fondamentale in ambiti importanti della nostra vita: negli incontri di lavoro, ma ancor più nelle relazioni personali con il partner, i genitori, i figli, gli amici e gli altri del mondo che ci circonda.
Quando si porge all’altro una attenzione e un ascolto consapevole, la compassione – intesa come profonda umana connessione e comprensione – diventa possibile e può contenere ciò che nel mondo si tende a separare, allontanare, giudicare e condannare. Operazioni che troppo spesso rivolgiamo anche a noi stessi facendoci del male, quando avremmo bisogno soltanto di un po’ di gentilezza, pazienza e comprensione.
Nel libro appare chiaro che avvicinarsi al mondo della mindfulness è facile e porta benefici immediati. Quali sono i primi passi da fare per approcciarsi a questo mondo?
La cosa migliore è quella di partecipare a un protocollo o a incontri introduttivi: la pratica in sé è semplice, ma senza una guida che agevoli la comprensione del processo che via via, nel corso delle 8/9 settimane va a dispiegarsi, e aiuti a sostenere l’intenzione di praticare quotidianamente, il rischio è di perdere motivazione e costanza e/o di banalizzarla.
Tuttavia, leggendo i miei due libri e utilizzando le pratiche e le indicazioni che si trovano in “Mente, cervello e respiro” si può cominciare a sperimentare la pratica di consapevolezza del respiro che è molto utile e funzionale per cominciare a comprendere alcuni aspetti e benefici della pratica.
Potete trovare Dall’attenzione alla compassione e gli altri libri di Monica Maria Cavallo sul nostro store online.